I 66 precari della Provincia Reggio Calabria dal Papa

  • Ottobre 9, 2011 23:21

I 66 dipendenti dei Centri per l’Impiego della Provincia dell’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria, vincitori di concorso per titoli ed esami espletato nel 2008, con graduatoria ancora vigente, e con rapporto di lavoro a tempo determinato subordinato, che hanno rivolto cortese richiesta di audizione, per una delegazione di essi, al fine di esporre i motivi della denegata conferma nei posti che attualmente occupano con contratto in scadenza il 31/12/2011, alla più alta carica dello Stato, il Presidente della Repubblica, On. Giorgio Napolitano, hanno scritto una lettera alla più alta autorità Ecclesiastica, *Sua Santità il Sommo Pontefice BENEDETTO XVI**, salutandolo con affetto e invocando la sua benedizione *in occasione della* *Sua visita programmata a Lamezia Terme Domenica 9 ottobre c.a, fatta pervenire via fax per il tramite della Prefettura della Casa Pontificia e delle Autorità religiose locali in persona dell’Arcivescovo di Reggio Calabria Mons. Vittorio Luigi Mondello e del Mons. VESCOVO di Lamezia Terme Luigi Antonio Cantafora.
I precari dei Centri per l’Impiego della Provincia di Reggio Calabria saranno sostituiti con un bando di concorso pubblicato a ferragosto. “La delibera che lo prevede del 12 aprile 2011 nr. 138 – continuano i precari dei Centri per l’Impiego – è stata adotta in violazione di legge, vista la vigenza di graduatoria, in virtù del d.p.c.m. 28/03/2011 che fa riferimento al D.L. n. 225/2010 che proroga la validità delle graduatorie dei concorsi pubblici di tutte le Amministrazioni, tant’è è stato presentato Ricorso Straordinario al Presidente della Repubblica, ma – proseguono i dipendenti della Provincia di Reggio Calabria – in ogni caso, tale atto è stato assunto in violazione delle regole minime di buon senso, di correttezza e di opportunità visto l’attuale contesto di gravissima crisi economico – sociale, nonché di rischio di default dello Stato italiano, senza precedenti.”
Per tali motivi i 66 lavoratori dei Centri per l’Impiego e le loro famiglie rivolgono un sentimento di ringraziamento a *Sua Santità BENEDETTO XVI* dal profondo del cuore per la forza e l’efficacia dei termini usati nei Suoi ultimi interventi fatti con tanta sofferenza e affetto paterno per tutti coloro che hanno perso il posto di lavoro a causa di questa crisi e per il caldo appello fatto da Sua Santità per la tutela dell’occupazione in Italia, ed in Calabria in particolare in occasione della Sua visita programmata a Lamezia Terme Domenica 9 ottobre c.a. .
A tal proposito – i dipendenti della Provincia di Reggio Calabria proseguono nelle loro istanze – e “sommessamente ed umilmente” si permettono di chiedere, a Sua Santità BENEDETTO XVI, “proprio in ragione delle Sue parole, più volte espresse sia in occasione della difesa della famiglia, quando ha auspicato che la piaga della precarietà sia sconfitta, sia quando, più di recente Lei, Sommo Pontefice, ha lanciato il Suo grido d’allarme, contro una politica incapace di dare risposte serie ai problemi dei cittadini”, una preghiera per una politica che non dia “pietre al posto del pane”.
Il Suo auspicio Santità – continuano nella lettera i dipendenti della Provincia di Reggio Calabria – si è tradotto nell’invocazione di un nuovo modello di sviluppo, “uno sviluppo sociale positivo, che ha al centro la persona, specie quella povera, malata o disagiata” restituendo “dignità ai giorni dell’uomo e quindi al suo lavoro”, superando “l’incertezza del precariato e il problema della disoccupazione”.
Ed ancora “A conclusione del 25^ Congresso Eucaristico di Ancona nel settembre di quest’anno Lei Sommo Pontefice ha affermato che: “nutrirsi di Cristo è la via per non restare estranei o indifferenti alle sorti dei fratelli, ma entrare nella stessa logica di amore e di dono del sacrificio della Croce; chi sa inginocchiarsi davanti all’Eucaristia, chi riceve il corpo del Signore non può non essere attento, nella trama ordinaria dei giorni, alle situazioni indegne dell’uomo, e sa piegarsi in prima persona sul bisognoso”.
Pertanto – proseguono nella missiva i dipendenti della Provincia di Reggio Calabria – coloro che sono sordi alle parole di Sua Santità o che dimostrano indifferenza o indolenza,hanno sicuramente bisogno (insieme agli scriventi) di molte preghiere giornaliere alla Madonna e al Signore, buono e misericordioso, perché illumini le menti e riscaldi i cuori, freddi dalla superbia e dalla arroganza del potere, perché possa emergere uno spiraglio di luce nel nostro futuro e in quello delle nostre famiglie. Una preghiera di ravvedimento per coloro che, fino ad ora, hanno utilizzano la tecnica comportamentale di Ponzio Pilato, nella vicenda sopra indicata, che è stata portata all’attenzione del Capo dello Stato e che incuranti di ciò non hanno, neppure per motivi di opportunità, ritenuto di dover sospendere le procedure, in attesa del giudizio definitivo sugli atti impugnati e/o di una soluzione tecnica “concertata e graduale”, nonchè conciliante degli opposti interessi. Ciò a maggior ragione, più di recente, a seguito dell’approvazione *all’unanimità del Consiglio Regionale del 7 ottobre *della mozione* *riguardante la situazione di 66 lavoratori dei centri per l’impiego della Provincia di Reggio Calabria, con cui, *pur preliminarmente premettendo di non voler “entrare nel merito delle decisioni della Provincia di Reggio Calabria” *si è proposto *“l’invito alla creazione di un tavolo tecnico tra Regione, Provincia e sindacati per poter discutere della problematica”*, vista la “* preoccupazione*” sull’argomento.
Ci siamo rivolti quindi anche a Lei, Santissimo Padre – continuano nella missiva i dipendenti dei Centri per l’Impiego della Provincia di Reggio Calabria – con la speranza che possa pregare per noi ed invocare l’intercessione di Gesù Nostro Signore e con somma deferenza e sommessamente ci permettiamo di rivolgere a Sua santità una preghiera perché lo Spirito Santo aiuti e sostenga i nostri politici locali, nel pervenire ad una soluzione “equa e solidale” del problema e *possa *stimolare ed incentivare un percorso concertato per il consolidamento delle posizioni lavorative inerenti le 66 figure impegnate a tutt’oggi presso i Centri dell’Impiego della Provincia di Reggio Calabria, nonchè possa costituire l’essenza del viatico per l’apertura di un dialogo istituzionale efficace e fruttifero tra Regione Calabria – Amministrazione Provinciale di Reggio – Rappresentanze sindacali, per la concertazione di ogni iniziativa opportuna ed utile alla valorizzazione delle esperienze e delle professionalità maturate dai 66 lavoratori precari in servizio presso i centri per l’impiego, anche sulla base di provvedimenti già attuati da altre Province calabresi, (Catanzaro Crotone e da ultimo Cosenza, che con avviso pubblico del 4 Agosto 2010 ha stabilizzato esclusivamente il personale in servizio).

“Confidiamo – prosegue la missiva – che Sua Santità ascolterà la nostra preghiera per il ravvedimento dell’atteggiamento dell’Amministrazione Provinciale reggina, vittima e/o complice di una burocrazia senza scrupoli e senza pudore, nell’attuale momento di profonda crisi economica e morale, crea precariato su precariato disattendendo i moniti provenienti dalla più alte Autorità Civili e Religiose ed, in particolare, i Suoi moniti a tutela dei giovani, delle famiglie, del lavoro; attuando così la Provincia di R.C. una politica miope e lesiva degli interessi di 66 famiglie, unica in Calabria, perché le altre Province hanno ragionato in maniera diametralmente opposta confermando giustamente i precari in servizio. Noi 66 precari abbiamo maturato comprovata esperienza presso i centri per l’impiego ed alcuni lavorano presso tali Uffici da 8 anni, altri da 6, altri ancora da 3 e, nel mentre, hanno creato famiglie assumendosi importanti responsabilità e ora vengono mandati a casa. Purtroppo a noi sono toccati questi amministratori (vecchi e nuovi) per i quali auspichiamo una preghiera di illuminazione!”
In conclusione – nella missiva i dipendenti dei Centri per l’Impiego della Provincia di Reggio Calabria auspicano – che il loro disperato grido di dolore volto ad eliminare il precariato e non creare nuovi precari, con la necessaria conseguenza di dover pensare a percorsi di stabilizzazione “concertati e graduali nel tempo”, non rimanga inascoltato e rivolgono,pertanto, un appello a Sua Santità “perché dall’alto della Sua Autorità morale e religiosa possa persuadere le Istituzioni competenti affinchè siano sensibilizzate sulla tutela dei diritti costituzionali e dei principi di diritto naturale, al fine di assicurare l’effettività del diritto dell’uomo al lavoro ed al rispetto della dignità di essere umano, ringraziandoLa anticipatamente per le preghiere e la benedizione che Vorrà rivolgere sia su di noi che sulle nostre famiglie.”

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