Area Sir, dai fantasmi dello sviluppo alla visita del papa
I progetti falliti, l’archeologia industriale e un decollo sperato e mai avvenuto. Il 9 ottobre la visita di Benedetto XVI toccherà uno dei simboli (in negativo) della Calabria. Mentre il merchandising si prepara
LAMEZIA TERME Benedetto XVI vedrà un pezzo della Calabria sperata, progettata e rimasta lettera morta. A due passi dall’area in cui sarà accolto il 9 ottobre, nella zona industriale di Lamezia, i comignoli della vecchia Sir sono un pezzo di archeologia industriale conservato per i posteri. Non a memoria di quello che lo sviluppo ha prodotto, ma di ciò che non è mai stato. Le ruspe e i camion sono al lavoro. La polvere e la terra filtrano i raggi del sole: si lavora nello spazio immenso che accoglierà i fedeli. Non è la prima volta che quella terra e quella polvere attendono un evento epocale. È passato qualche anno, la geografia politica della Regione è cambiata e la speranza di veder nascere il progetto della Biofata è definitivamente riposta in un cassetto. Eppure la prima pietra era stata collocata al posto giusto. Evidentemente sarebbe servita una costruzione più solida. Non lo immaginavano Pino Galati, all’epoca sottosegretario all’Industria del governo Berlusconi, e Giuseppe Chiaravalloti. Correva l’anno 2004, e sui fallimenti dell’area Sir stavano per calare circa 100 milioni di euro. Tanti ne aveva stanziati il Cipe per un progetto agroindustriale che avrebbe dovuto essere completato entro il 31 dicembre 2005. Risultato: quasi un decennio dopo, in quell’area vuota, le ruspe lavorano per rendere possibile la visita del pontefice.
Negli ultimi nove anni tra polvere e terra non si è aggirato solo il fantasma della Biofata. Lo spazio è così grande da poter accogliere ogni idea, anche la più irrealizzabile. A Leopoldo Chieffallo, consigliere regionale socialista, sarebbe piaciuto trasformare il nulla in un autodromo. Aveva scritto una lettera all’allora presidente della giunta regionale, Agazio Loiero. Chieffallo aveva il dubbio che il progetto della Biofata fosse «abortito prima di nascere». E aveva ragione. Fallì anche il suo, però. E i maligni dissero che era stato lo stesso Loiero a bloccarlo. Agazio aveva altri piani per l’ex Sir. Voleva costruire una cittadella del cinema. Aveva attivato i contatti giusti, con il direttore di Rai Fiction, Agostino Saccà, e i tedeschi della “Bavaria film”. Non se ne fece nulla, anche perché a quei tempi Saccà era intercettato e il suo progetto di passare da dipendente pubblico a imprenditore finì, di striscio, in un’inchiesta della Procura di Napoli. Peccato, perché – sempre nei colloqui finiti nei brogliacci – si diceva che quell’area fosse dotata di una luce speciale. Ideale per il cinema. Ma anche per diventare un attracco turistico. Questa proposta è più recente: arriva da Torino ed è stata sponsorizzata da Francesco Grandinetti, imprenditore ed esponente lametino di Futuro e libertà, che si è offerto di aiutare l’idea di due aziende, la Prim srl e la Tozzi Holding, che hanno già progettato infrastrutture simili. Niente di fatto, almeno per il momento, mentre il pontile (altro lascito del fallimento del polo chimico) continua a cadere a pezzi e, sulla zona, aleggia il rischio ambientale sollevato da “Sinistra critica” con un ampio dossier fotografico e riportato da “Il Lametino”.
Le ruspe della ditta D’Auria (che si è aggiudicata i lavori di riqualificazione dell’area per un importo di 208mila euro intanto, lavorano. E il merchandising muove i primi passi. Il sito internet ilpapaalamezia.it vende di tutto: magliette, cappellini, foulard e bandierine. Prezzi popolari (da 1,5 a 3 euro), ma gli ordini devono essere consistenti (almeno 50 pezzi).
Le frotte di fedeli si preparano, i lavori fervono, il coro inizia a scaldare le voci e il 9 ottobre non sembra così lontano. Il vescovo di Lamezia, Luigi Cantafora, è certo che «la visita del papa sarà una svolta per l’intera Calabria». Chissà che non serva a veder rinascere l’ex Sir, l’area delle speranze deluse.
Pablo Petrasso
corrieredellacalabria.it