E…state da pazzi
Racconti sparsi in una Calabria impazzita fra monnezza,speculazioni, migranti nascosti fra i turisti, porti condominiali, incendi, e su tutto la visita del Papa da 1 milione di euro.
E’ stata un estate da pazzi. Per fortuna con meno gente del solito, almeno il 30% in meno, una crisi che si e riversata tutta sulle case da fittare e non sugli alberghi che sono stati pieni da luglio a tutto agosto e di sicuro anche a settembre. Il mare è stato sostanzialmente pulito in gran parte dell’alto tirreno cosentino e questo ha favorito l’affollamento delle spiagge e del mare. Il crollo è stato , come al solito, nella gestione dei paesi. Traffico impazzito, spiagge sempre più privatizzate,monnezza a non finire un pò ovunque. Rivolte stile Napoli a Scalea, che ha visto blocchi stradali e bidoni rovesciati ed incendiati. E pensare che Scalea, grazie al suo ex sindaco Mario Russo , ha offerto un sito per una discarica a soli un chilometro dalla cittadina, per vederselo poi chiuso per motivi igienico sanitari . Una discarica che doveva servire ben 18 comuni del tirreno e che il sindaco Russo volle a tutti i costi nonostante le opposizioni di ambientalisti e cittadini e che dopo diverse denunce ed una nostra inchiesta venne chiusa definitivamente. Ora tutti cumuli di immondizia che attiravano prima migliaia di gabbiani ora sono coperti da strati di pietrame. Rimane incontrollato il traffico degli autospurgo nonostante l’ordinanza del prefetto di Cosenza che ne vietava la circolazione nelle ore notturne. Chi avrebbe dovuto controllare ? Fra incidenti stradali e morti sulle strade, fra la folla attorno alle discoteche di notte, fra l’enorme flusso di gente attorno alle sagre paesane, sempre piene , ci sarebbe voluto l’ esercito. Non bastano né i vigili urbani, né i carabinieri, né la polizia. Non si controlla un milione e più di persone in una striscia di soli 50 kilometri con lo stesso personale di 140mila abitanti invernali . Lo ha rilevato anche l’attore Ulderico Pesce che ha organizzato a fine agosto, una protesta davanti l’impianto di San Sago a Tortora, e nella sua Rivello, per protestare contro gli scarichi illegali che puntualmente avvengono lungo il fiume Noce.
Droghe e risse. Se vuoi acquistare droghe chimiche e pesanti basta andare fuori a qualche discoteca e ci sono subito i fornitori pronti a venderla . E poi le risse, quasi una a notte in quasi tutti i paesi della costa. Un movimento quindi incontrollato che dovrebbe far meditare i nostri amministratori su che direzione ha preso questo tipo di turismo, sempre più invasivo, insostenibile ed irriguardoso delle tradizioni locali in via di sparizione totale. Di questo turismo di massa gli unici ad esserne contenti sono i commercianti, gli albergatori, gli operatori turistici. Loro se ne fregano della folla, del traffico, delle risse, anzi più caos c’è, più secondo loro si fanno affari. Aspettano questi due mesi e così ripagano i loro debiti con le banche, poi l’inverno ci si arrangia. I commercianti sono quelli più attenti al proprio territorio, lo delimitano come fanno i cani con la pipì. Non gli piacciono i forestieri che vengono a vendere i loro prodotti, non gli piacciono gli stand improvvisati sui lungomari e se ne vedono qualcuno eccoli subito dal sindaco a protestare. Vedono quindi gli ambulanti come fumo negli occhi e piano piano negli ultimi anni sono riusciti ad eliminare quei mercatini serali che si facevano a Scalea, a Belvedere, a Diamante,a Praia a Mare, e che attiravano migliaia di persone, che acquistavano anche dagli stessi negozianti oltre che dagli ambulanti. I centri storici si sono quindi in gran parte desertificati. Qualche centro storico è sopravvissuto come quello di Diamante, ma grazie alla presenza di piccoli magazzini e dei murales che attirano comunque visitatori. Eliminate le bancarelle, gli immigrati più ricchi, quelli provenienti dal Bangladesh ed i soliti cinesi, hanno cominciato a fittare negozietti , facendo finire quella multi etnicità che c’era prima girando fra i vicoletti. Ora ci si lamenta di questa unicità, ed a lamentarsi sempre gli stessi commercianti che prima lottavano le bancarelle. Gli immigrati, quelli poveri, i senegalesi, i marocchini, i filippini, si riversano ora sulle spiagge tormentando i bagnanti con occhiali da sole, vestiti,racchette anti zanzare,cocco,cd e dvd, accendini, accappatoi e asciugamani. Il mio amico senegalese, Diop dice che ogni anno è sempre più difficile guadagnare qualcosa, e se potesse ritornare nel suo Senegal ed aprire un attività lo farebbe il giorno dopo. Lui sogna un piccolo frantoio per trasformare le arachidi in olio. Abbiamo scritto al Ministero degli Interni per sapere se ci sono finanziamenti per questi ritorni. Abbiamo scoperto un decreto legge che se si consegna il permesso di soggiorno lo stato ti da il biglietto di ritorno e 400 euro a familiare. Tanto vale restare in Italia.
Izzo si Barra no . I paesi dell’interno hanno invece capito come attirare la massa di turisti annoiati dai lungomari: u’ magnà ! Le sagre si sprecano, spesso finanziate anche dalla regione e dalla provincia sotto il capitolo di “beni culturali e tradizioni locali” . Ed eco le masse spostarsi verso i paesini dell’interno per la sagra della melanzana , del fritto ( poveri malati di colesterolo !) , del maiale, del cocomero, delle patate silane, del formaggio. Anche gli spettacoli soffrono di questa massa turistica. Un cartellone ricco, quello dell’Anfiteatro dei Ruderi di Cirella. Ma Peppe Barra con le sue favole raccoglie si e no 200 persone mentre Biagio Izzo raccoglie dalle 2000 alle 2500 persone. Poche centinaia di persone poi alla stagione lirica inaugurata per la prima volta sempre all’Anfiteatro di Cirella. Sono stato la mattina del 15 agosto a Papasidero e l’ho trovata deserta. Anche nella famosa “Grotta del Romito” esempio di paleolitico e dell’arte primitiva vi erano tre persone a visitarla, mentre il ristorante, lì vicino, era pieno da far impazzire i pochi abituati camerieri. Questo per dire che se si fa da mangiare si colpisce sempre nel segno. Ed a settembre due sono le sagre che si attendono per chiudere la stagione, quella del peperoncino a Diamante e la festa di san Ciriaco a Buonvicino. Dopo di che tutti a casa propria !
Brucia Calabria brucia. Come in un film di Tarantino, percorrendo le strade della Calabria ovunque incendi. Questa estate praticamente è bruciato tutto ciò che c’era da bruciare. La gente , i cittadini, i turisti, assistono agli incendi, in attesa dei tardivi pompieri e guardie forestali, incantati, come se assistessero ai fuochi d’artificio della festa della Madonna. Gli incendi stranamente scoppiano sempre di sera o a notte inoltrata. Quando nessuno può intervenire. La mattina l’incendio è già propagato in un vasto territorio. Le squadre antincendio della Guardia Forestale, dell’AFOR o dei Consorzi di Bonifica, non riescono più a intervenire. D’altra parte cosa potrebbero fare con i pochi mezzi a disposizione ? mezzi vecchi che spesso si rompono per strada, autobotti che perdono acqua, attrezzatura degli anni 50. Di chi sono questi mezzi ? chi li fornisce ? e perché non viene rinnovato il parco macchine ? Perché non si acquistano le auto piuttosto che riceverle in appalto ? Domande senza risposte. Ed ecco, al mattino, dopo un incendio durato una nottata intera, l’arrivo dei canadair e degli elicotteri. Sembra il settimo cavalleggeri, che nei film western degli anni 50, arrivava sempre all’ultimo, quando quasi tutti erano morti ! Comincia la lunga spola dal mare alla montagna. Milioni di litri di acqua marina vengono sganciati sulle nostre montagne. Ma anche milioni di lire. Un ora di affitto di un canadair sembra che costi attorno alle 7500 euro . Allora è facile ragionare diversamente. Con tutti quei soldi si potrebbero intensificare i controlli preventivi assumendo decine e decine di giovani a controllare il territorio. Un territorio che se viene bruciato è perchè ci sono interessi precisi e variegati. Primo fra tutti la speculazione edilizia. I territori di Praia a Mare, di Santa Domenica Talao, di Aieta, di Tortora, di Santa Maria del Cedro, sono tutti territori che dopo qualche anno, dagli incendi, vengono edificati e cementificati. I sindaci che si sono riuniti più volte ad Aieta per parlare di questi incendi perché non fanno una cosa molto semplice che peraltro è anche legge, la n.353 del 15 novembre 2000 ? Non diano licenze edilizie su quei luoghi bruciati per quindici anni e lo facciano sapere a tutti con un adeguata informazione. Vediamo se questi terreni si incendiano o piuttosto vengono tutelati dagli stessi proprietari. Istituiscano , i sindaci, il catasto degli incendi. Non diano possibilità di caccia e di pascolo su quei terreni bruciati, così come prevede la legge. Spesso sono anche gli stessi pastori a provocare incendi. Hanno bisogno di pascolo fresco per centinaia e centinaia di animali e attraverso gli incendi questo è possibile. Non ci sono altri motivi per esempio , riguardo agli incendi che avvengono attorno alle colline di Cirella vecchia a vincolo archeologico. Addirittura anche i raccoglitori di asparagi hanno interesse che alcune aree vengano incendiate. Il bulbo dell’asparago fa più gettiti dopo che c’è stato un incendio. La legge prevede multe pesantissime per chi fa del pascolo e della caccia in luoghi devastati dagli incendi. Gli strumenti quindi ci sono ma come si fa nella nostra Calabria a prevalere sono sempre interessi occulti che vanno dalla speculazione edile all’uso di aerei e squadre anti- incendio.
Un porto condominale a Belvedere. Ne abbiamo visti di tutti colori di porti nel tirreno cosentino. Attorno ad una Torre a Scalea, per fortuna non realizzato, a canale nel fiume Noce a Tortora, per fortuna anche questo non realizzato, insabbiato a Campora San Giovanni, su una scogliera come a Diamante, ma in un condominio è davvero una novità. Lo abbiamo visto a Belvedere M.mo in uno delle scogliere più belle della costa, quella di Santa Litterata. Negli anni 70, in quella zona, nacquero una serie di villaggi ed alberghi che occuparono tutta la scogliera. Case spesso abusive, poi condonate che impedirono anche l’accesso alle spiagge ai comuni cittadini. I cosentini si fiondarono su quelle case e vi vissero felici e contenti fino a qualche anno fa. Quando imprenditori nel campo della nautica di Diamante , i De Maria ebbero l’idea di costruire fra le scogliere frangi-flutto costruite a difesa della ferrovia e di conseguenza anche delle ville, un piccolo ricovero per motoscafi e Yacht. I De Maria gestiscono anche il porticciolo di Belvedere e sono soci in affari con il farmacista-nautico cosentino Graziano Santoro, proprietario del porto in costruzione a Diamante. I De Maria ad onor di cronaca, fino a qualche anno fa erano acerrimi nemici di Santoro e contrastarono a suon di ricorsi al Tar ed al Consiglio di Stato la gara d’appalto vinta da Santoro a Diamante. Grossi avvocati cosentini si scontrarono a Catanzaro e Roma. Poi alla fine, “pecunia non olet”, ed ecco lo storico accordo fra i De Maria e Santoro a gestire insieme il futuro porto di Diamante. Adesso i De Maria hanno a che fare con gli avvocati del condominio “Alba Calabra” di Belvedere M.mo. In una denuncia , firmata da tutto il condominio, mandata alla Procura della Repubblica di Paola, al comandante della Capitaneria di Porto di Vibo, all’assessore all’ambiente della Regione Calabria, ai carabinieri, al sindaco di Belvedere, i condomini chiedono che vengano accertate le opere di alaggio che la ditta nautica dei De Maria svolgono fra i massi frangi flutti e la spiaggia dinanzi al loro condominio. Insomma i condomini chiedono se pare logico che si possano fare i bagni fra le puzze e gli oli provenienti da una sessantina di motoscafi e grossi Yacht, parcheggiati a pochi metri non solo dalle loro abitazioni ma a anche dai luoghi dove fanno il bagno. Ma ci si chiede. Queste barriere frangi flutti non dovrebbero servire al ripascimento delle spiagge? Non dovrebbero essere da bacino di raccolta della sabbia ? E se qualcuno le draga non va contro questo principio elementare per cui sono state costruite ? Ed è giusto far fare il bagno fra gli oli ed i motoscafi che entrano ed escono ? I De Maria gestiscono già il porto di Belvedere M.mo perché questa altra attività fra i bagnanti ? e epraltro in un luogo dove la stessa sicurezza dei bambini , dei pescatori sub è in costante e quotidiano pericolo ? Vedremo che ne pensano , i magistrati e coloro che sono preposti al controllo del territorio che peraltro hanno già ampiamente autorizzato, di fronte ad una denuncia precisa e dettagliata e firmata da tutto il condominio. Già perché , come succede sempre nella nostra regione,questa attività davanti il condominio, è stata autorizzata dalla capitaneria di porto di Vibo , dal comune e dalla regione. Per soli 2.851,15 euro per il periodo dal 1 giugno al 30 settembre è possibile gestire uno specchio acqueo di ben 6.650 mq. Giovani disoccupati provate a chiederlo anche voi ovunque vi sono dighe foranee fra Belvedere e San Lucido un autorizzazione del genere e vediamo cosa succede. Certo dovete essere ben ammanigliati con il comune, con la capitaneria di porto, con qualche assessore regionale, forse dovrete anche iscrivervi a qualche loggia massonica ed a qualche partito politico, ma alla fine otterrete per soli 2.851,15 euro un bello specchio acqueo, alla faccia delle leggi sulla sicurezza balneare, sull’inquinamento marino, sull’erosione costiera.
Tante preghiere e tanti milioni. Arriva il Papa. A proposito di disoccupati e di mancanza di finanziamenti in Calabria. Adesso arriva il Papa. Prepariamoci all’evento. Sarà il 9 ottobre a Lametia Terme e poi volerà a Serra San Bruno. Nell’anno 1000 San Bruno fece voto di vita monastica e di povertà e si chiuse in questo luogo. Così scriveva ad un suo monaco amico “«In territorio di Calabria, con dei fratelli religiosi, alcuni dei quali molto colti, che, in una perseverante vigilanza divina attendono il ritorno del loro Signore per aprirgli subito appena bussa, io abito in un eremo abbastanza lontano, da tutti i lati, dalle abitazioni degli uomini. Della sua amenità, del suo clima mite e sano, della pianura vasta e piacevole che si estende per lungo tratto tra i monti, con le sue verdeggianti praterie e i suoi floridi pascoli, che cosa potrei dirti in maniera adeguata? Chi descriverà in modo consono l’aspetto delle colline che dolcemente si vanno innalzando da tutte le parti, il recesso delle ombrose valli, con la piacevole ricchezza di fiumi, di ruscelli e di sorgenti? Né mancano orti irrigati, né alberi da frutto svariati e fertili» . Di tutto quanto descritto non c’è rimasto niente. Tutto è stato distrutto, costruito, devastato. Una sola cosa è rimasta , la povertà, l’umiltà del popolo, la paura della Chiesa. Tutti si inchinano al potere ecclesiastico. Potere intoccabile. Il Papa vuole fare un atto a favore della povertà ? Non venga in Calabria e faccia destinare quanto deliberato, dalla regione , dalla provincia , dal comune di Lamezia, alla Curia vescovile, direttamente alle famiglie povere della Calabria. Sarebbe davvero un grande atto di umiltà di fronte all’umiltà del Santo Bruno ! I nostri politici, i nostri quotidiani, sono sempre distratti quando si parla di Chiesa e dimenticano di spulciare le delibere regionali a proposito, per non gridare allo scandalo. E si, perché come si fa a non notare uno stanziamento di ben 500 mila euro fatto dalla regione direttamente alla Curia vescovile. Il vescovo mons. Luigi Cantafora, ricevuto l’assegno dai presidenti della Giunta e del Consiglio regionali, Giuseppe Scoppelliti e Francesco Talarico, ha dichiarato che sarà una ‘’svolta epocale per questa terra di Calabria che e’ una regione che tenta di decollare”. Ma 500 mila euro , tolti al popolo calabrese non bastano per la Chiesa ed ecco un altro assegno di 150 mila euro consegnato dal sindaco di Lametia , Gianni Speranza. Finanziamento deliberato in giunta , n.436, il 13 luglio scorso. E pensare che a Lametia non ci sono mai soldi per intervenire sull’enorme campo rom sgomberato più volte. Il Collettivo Altralametia scriveva soluzioni nel proprio sito e chiedeva interventi e finanziamenti , ma non ce n’erano per questi poveri che verranno di sicuro benedetti dal Papa come fa in tutte le sue omelie: “È necessario, quindi, avviare un confronto con la comunità Rom – scrive il Collettivo Altralamezia– per procedere al graduale abbandono del campo senza intervenire con la forza, anche alla luce delle dichiarazioni di alcuni cittadini rom che si sono detti favorevoli a lasciare Scordovillo, purché gli sia data la possibilità di avere una casa. Evitando di creare nuovi ghetti in altre zone di Lamezia, si potrebbero utilizzare gli immobili confiscati alla ‘ndrangheta mai destinati ad attività sociali, si potrebbero ultimare gli scheletri mai completati sotto Capizzaglie destinati proprio ai Rom, si potrebbe sbloccare finalmente l’edilizia popolare, si potrebbero erogare contributi per la rivalutazione dei centri storici abbandonati aiutando le famiglie rom a comprare o prendere in affitto appartamenti chiusi da anni. Ovviamente le case non si mantengono da sole. Serve pensare, quindi, ad un sistema di integrazione nel mondo del lavoro e un esempio concreto da prendere in considerazione potrebbe essere la Cooperativa Sociale “Ciarapanì”. Nell’ottica di potenziamento della raccolta differenziata porta a porta, passo obbligatorio se si vuole risolvere l’emergenza rifiuti, assumere nuovi lavoratori Rom in questo settore potrebbe essere una prima idea facile da realizzare in tempi rapidi.”. Sapete quante case si potrebbero fare con quei soldi senza darli al papa ! Nella corsa ai finanziamenti non poteva mancare la provincia di Catanzaro che ha subito deliberato altri 100 mila euro. Ufficialmente quindi siamo a ben 750 mila euro per una visita pastorale di soli due giorni !!!! E non finisce qui. La grande manifestazione dove dovrebbero accorrere duecentocinquantamila fedeli avverrà nell’area dell’ex Sir ed ecco uscire dal cilindro del sindaco di Lamezia altri 500 mila euro che serviranno a pulire l’area peraltro inquinata da rifiuti tossici. Ancora il comune di Lamezia ristrutturerà la Chiesa di San Domenico e la Cattedrale con altri 350 mila euro. Una marea di soldi tolti al pubblico per un evento che alla Calabria non porterà nulla se non la solita sfilata e passerella dei nostri politici.
Migranti trasformati in turisti. L’idea del Ministero è stata questa. Sparpagliare i migranti in strutture turistiche, alleggerendo il carico sui CARA e sui CIE d’Italia, in attesa della risoluzione della crisi araba. Praticamente l’idea del ministro Maroni resta quella di mantenere fermi i migranti in qualche posto in attesa del rimpatrio . In Calabria le strutture alberghiere che si sono offerte di dare alloggio ai profughi sono 5. Ho avuto la possibilità di seguire militanti della Rete Antirazzista della Calabria, associazione che da anni segue le vicissitudini dei migranti, dando loro non solo sostegno morale ma anche sostegno legale. Gli alberghi visitati sono due . Quello di Rogliano e quello di Cetraro. Due realtà contrapposte. L’albergo “La Calavrisella” di Rogliano è sprovvisto di tutto, l’albergo è in ristrutturazione e manca persino l’allaccio fognario. Nessuna visita medica fino ad ora, nessun raccordo con la cittadinanza, assenza delle cose più elementari. La Rete Antirazzista quindi è molto attenta a questa situazione e sta seguendo passo l’evoluzione degli incontri fra Comune, sindacato CGIL, associazioni. Ci si chiede come vengono scelti questi alberghi e soprattutto da chi e con quali guadagni, sapendo che dovranno ospitare persone che hanno attraversato il mediterraneo e che hanno visto gli orrori delle guerre, degli stupri di ogni tipo di vessazione e violenza. Nella Calavrisella oggi vi sono ospitati ben 100 immigrati provenienti dal centro Africa, fra questi un nutrito gruppo di ragazzi nigeriani che erano sul barcone giunto a Lampedusa con 25 cadaveri nella stiva. Questa struttura è gestita da una cooperativa di Reggio Calabria denominata” Le rasole” proveniente da Reggio Calabria, anche in questo caso ci si chiede come vengono scelte le cooperative di gestione degli immigrati. Diversa , ed opposta la situazione dei migranti arrivati a Cetraro nel mese di maggio ed ospitati dall’Hotel Piazza. Qui l’albergo funziona bene e tratta i migranti come se fossero turisti. Sono tutti ben vestiti e ben seguiti. Hanno già avuto le visite mediche necessarie ed anche visite specialistiche. Il sindaco ha dato una festa di benvenuto con una festa sul lungomare del paese, la locale Associazione sportiva “Luciano Basile” ha già organizzato delle partite di calcio e di maratona coinvolgendo i migranti. E così si sono attivate le parrocchie con Don Ennio e la locale sezione Caritas. I migranti hanno anche avuto un incontro nella sala consiliare con il giornalista Amedeo Ricucci reduce da un viaggio in Libia dove ha potuto documentare la tragedia della guerra in corso. Molti migranti provengono proprio dalla Libia , dove lavoravano, e rivedere quei luoghi in un documentario è stato per loro molto commovente. Ai migranti , la Rete Antirazzista , ha spiegato che il governo ha una direttiva precisa che è quella del rientro forzato, ma che il popolo calabrese dimostra ancora una volta come è capace di dare accoglienza a chiunque venga da situazioni come la loro.
Meno sai meglio è. I parchi marini calabresi nelle mani di commercialisti. L’ultima nota stonata di questa estate da pazzi l’ha preparata il presidente del consiglio regionale Francesco Talarico emanando un decreto con 58 nomine ben distribuite fra i partiti della maggioranza secondo il manuale Cencelli. Nomine politiche distribuite fra trombati,perdenti e via scendendo. Tra queste nomine quelle dei presidenti dei cinque parchi marini della Calabria. Non uno di questi nuovi nominati è un ambientalista, né lo è mai stato, e sicuramente non lo saranno neanche con le nuove nomine che useranno come si usa fare, solo per nuove carriere politiche. Eravamo abituati già a queste nomine. Il sindaco di Cetraro che ha sempre negato la presenza delle navi dei veleni nel tirreno appoggiando in toto la ministra Prestigiacomo è diventato assessore provinciale all’ambiente, l’ex sindaco di Scalea che aprì la discarica abusiva nel suo stesso comune creando gravi danni alla salute ed all’ambiente è diventato membro dell’ARPACAL, ed adesso i commercialisti diventano presidenti dei parchi marini. Siamo in linea no ?
SU MEZZOEURO DEL 3 SETTEMBRE 2011